Sestiere San Michele

«….San Michele sin dal 1600 aveva l’onore di sparare i mortaletti per le festività in onore della Madonna di Montallegro…» con queste parole il massaro Massimiliano Canessa rimanda alle radici piro – popolari del suo Sestiere i cui abitanti, se non già in modo codificato e rituale, accendevano mortaletti nel 1600. San Michele infatti, diversamente da ora, a quell’epoca costituiva una porzione del protosestiere di Pescino.

San Michele si sviluppa attorno all’omonimo borgo marinaro, Frazione di Rapallo confinante col comune di Santa Margherita Ligure, ospitando in riva al mare un piccolo parco monumentale dedicato ai Caduti della Grande Guerra.

Ammirate per la loro bellezza sono le baie di Prelo, Trelo e Pomaro, vanto del Sestiere assieme al famoso “Cristo” di Van Dick, gelosamente conservato nella Chiesa parrocchiale dedicata al Patrono San Michele Arcangelo.

San Michele accende i propri fuochi all’antica presso i Giardini dei Partigiani, come Costaguta: attraverso i giardini stessi, infatti, passa il confine tra i due sestieri.
I Panegirici, oggi stesi sul Lungomare di Rapallo, terminavano fino ad alcuni decenni or sono sul Molo Langano di allora (il Porto Carlo Riva non era ancora stato costruito), con il consueto e fragorosissimo ramadan.

Li ricorderà certamente Bruno Viacava, detto O Brunin, il nonno dei massari di San Michele e di tutte le Feste di Luglio con i suoi novant’anni… Quanto ai fuochi moderni, i finali di San Michele (oggi su pontone galleggiante) furono preparati, negli ultimi anni dai fuochisti Leverone di Cicagna (GE) e Bavestrello di Rapallo (GE).